LA PINACOTECA NAZIONALE DI SIENA

I dipinti fondi-oro unici al mondo

    La Pinacoteca Nazionale di Siena è una delle più importanti pinacoteche in Italia per la ricchezza ed il valore delle opere. É famosa sopratutto per la raccolta di dipinti "fondi oro" del Tre e Quattrocento, che rendono la visita affascinante per tutti: non dimentichiamo che all'epoca Siena era una delle 12 città più grandi e ricche d'Europa.
    Anche se non mancano arditi soggetti profani destinati alle ville signorili, la prevalenza di immagini sacre destinate ai luoghi di culto rende la pinacoteca senese una tappa di itinerari religiosi tematici, prima di tutti l'itinerario mariano: infatti Siena ed i suoi Palii sono dedicati alla Madonna.
    Altri itinerari religiosi sono quelli cateriniano, bernardiano e galganico: per cogliere lo spirito di questa città possiamo infatti cercare le numerose rappresentazioni pittoriche di Santa Caterina da Siena, San Bernardino da Siena e San Galgano, quest'ultimo legato alla famosa Abbazia ed alla spada nella roccia.

Il percorso di visita

    La Pinacoteca Nazionale di Siena documenta cronologicamente l'evoluzione della pittura senese dal XIII al XVIII secolo.
    L'allestimento è in vecchio stile e non interattivo, e le didascalie sono limitate al titolo dell'opera ed al nome dell'autore, per cui occorre eventualmente consultare autonomamente una guida.
    Il percorso richiede almeno due ore e segue la numerazione progressiva delle sale. Si parte dal secondo piano, il più esteso, dove sono esposti dipinti dai "primitivi" senesi fino alla seconda metà del Quattrocento: Duccio da Buoninsegna, Simone Martini, i fratelli Lorenzetti, il Sassetta e molti altri, che abbiamo certamente visto nei libri di storia dell'arte delle scuole medie.
    Si continua al primo piano, dove troviamo gli artisti della seconda metà del Quattrocento come Sodoma e Beccafumi, che rappresentano i più importanti esponenti del manierismo senese, ed anche gli artisti senesi attivi tra il Cinquecento ed il Seicento come Rutilio Manetti, Francesco Vanni, Alessandro Casolani e Bernardino Mei. Il salone delle sculture di maestri senesi del XIV-XV secolo offre inoltre un bel panorama sulla città di Siena.
    Al terzo piano un salone espone suggestivi dipinti di artisti fiamminghi, olandesi, tedeschi e del nord Italia, risalenti al Quattro-Cinquecento.

Le origini della pittura senese (sale 1-2)

    L'attività pittorica a Siena inizia tra la fine del XII e i primi del XIII secolo con opere di cultura prevalentemente romanica, con l'affermarsi subito dopo la metà del Duecento della maniera bizantina.
    Nella prima sala è conservata la prima opera di pittura senese sicuramente datata (1215): un dossale, attribuito al "Maestro di Tressa", con Il Redentore benedicente e i simboli evangelici, vero e proprio ponte artistico fra la tradizione bizantina, data dalla preziosità dei colori e dall'accentuato linearismo delle figure, con le nuove sensibilità italiche, che troviamo nelle piccole storie poste ai lati del Redentore dove si ricerca una vena narrativa.
    Nella seconda sala si trova l'opera più importante a Siena verso la fine del Trecento: la tavola di San Pietro in trono con le storie della sua vita e della vita di Cristo, attribuita a Guido di Graziano, uno dei maggiori artisti senesi prima di Duccio.

Duccio e pittori ducceschi (sale 3-4)

    In queste sale sono raggruppate le opere di Duccio di Buoninsegna e dei suoi seguaci.
    Nella sala 3 si può ammirare la celebre Madonna della Misericordia di Simone Martini, che accoglie sotto l'ampio mantello i supplicanti. Troviamo anche tre grandi Croci dipinte, attribuite a Segna di Bonaventura e Niccolò di Segna. Ancora la Madonna col Bambino del "Maestro di Badia a Isola", artista vicino a Duccio, e la Madonna col Bambino, Santi patriarchi e profeti, una delle ultime opere di Duccio.
    Nella sala 4 da non perdere la Madonna dei Francescani, uno dei suoi capolavori più ammirati: la piccola immagine possiede un impianto di solenne monumentalità e al contempo una linea più sciolta e melodica che indica le suggestioni del gotico transalpino. Altre opere importanti sono il polittico n. 28 di Duccio, la Madonna col Bambino del "Maestro di Badia a Isola", e la Crocifissione con San Francesco di Ugolino di Nerio.

Simone Martini e seguaci (sale 5-6)

    Nella sala 5 si trova la Madonna col Bambino di Simone Martini, databile intorno al 1321, opera della maturità del pittore, capace di giocare con il fondo oro della tradizione iconica, mentre il manto che copre il Bambino ed i volti intensi ci proiettano già nel Rinascimento.
    Sempre di Simone Martini è la splendida pala d'altare dedicata al Beato Agostino Novello ed i suoi miracoli, dipinta verso il 1330 circa, opera celebre non tanto per la grande figura centrale del Beato quanto per le quattro storie laterali che raffigurano i miracoli da lui compiuti, fra gli esempi più alti dell'arte di Simone, poiché trasmettono lo spirito popolare del sacro nel Medioevo italiano.
    Di fronte sono esposti i piccoli gioielli di Lippo Memmi: la Madonna col bambino (un tempo conservata ai Servi e adoratissima dal popolo) e il bel San Ludovico da Tolosa. In questa sala c'é anche Lo Sposalizio Mistico di Santa Caterina, attribuito al "Maestro di Palazzo Venezia".
    La sala 6 è dedicata a Bartolo di Fredi, artista del tardo Trecento; spicca l' Adorazione dei Magi, considerato il suo capolavoro, impeccabile nel rendere le tonalità cromatiche e nel tratteggiare i cavalli e i cavalieri vicini alla scuderia.

Ambrogio e Pietro Lorenzetti (sala 7)

    In questa grande sala si esprime con assoluti capolavori l'arte dei fratelli Lorenzetti, in particolare di Ambrogio. Tra gli altri l'Annunciazione, proveniente dalla sala del Concistoro del Palazzo Pubblico di Siena, ultima opera datata dall'artista (1344), con lo studio prospettico del pavimento a scacchi. Accanto, preziosa come una miniatura, è esposta la cosiddetta Piccola Maestà (Madonna col Bambino e Santi): unica la rappresentazione di un tappeto anatolico che propone il motivo della "Grande Madre" partoriente.
    Nella sala è ben rappresentata anche l'opera del fratello Pietro Lorenzetti, che firma la Pala dei Carmelitani (1329): è uno dei momenti più insigni di tutto il Trecento, in particolare nella descrizione degli stupendi paesaggi della predella.
    Troviamo anche la Madonna Assunta in cielo da un coro di angeli di Bartolomeo Bulgarini, in cui l'oro che i maestri senesi profusero nelle loro tavole tocca forse il massimo fulgore, e la Madonna in trono col Bambino e Santi, di Taddeo di Bartolo.

Il primo Rinascimento (sale 8-9-10-11)

    Dalla sala 8, che ospita i pittori senesi attivi dopo la peste del 1348, si passa alla sala 9, in realtà il vano scale, oggi dismesso per l'eccessiva illuminazione che poteva danneggiare le opere.
    Le sale successive sono dedicate al passaggio dal trecento senese al primo Rinascimento spiccano le opere di Taddeo di Bartolo, tra cui la Trinità l'Annunciazione, un monumentale Crocifisso da ammirare per tratto e intensità, il martirio dei SS. Cosma e Damiano, e, soprattutto, l'articolata Adorazione dei pastori e il trittico Madonna col Bambino, angeli e santi.
    In un disimpegno tra queste sale, ci si può affacciare alla graziosa cappellina a servizio dell'antica residenza signorile.

Il primo Quattrocento (sale 12-13-14)

    Queste sale, dedicate alla pittura senese del primo Quattrocento, sono occupate sopratutto dalle opere di "Giovanni di Paolo" e di "Stefano di Giovanni" detto il Sassetta, testimoni di un periodo, il Rinascimento senese, poco considerato.
    La sala 12 mostra numerose opere di Giovanni di Paolo tra cui la Madonna dell'Umiltà, fra le sue composizioni più ammirate per il delicato e fiabesco paesaggio sullo sfondo, pieno di alberi da frutto dai complessi significati cristologici che incorniciano la figura della Madonna.
    Notevole la Crocifissione con Santi, accompagnata nella predella dalle storie della Maddalena, della Madonna e di San Galgano, compresa la rappresentazione della spada nella roccia, tutte opere di squisita rievocazione poetica.
    In questa sala si trovano anche i due affascinanti paesaggi: Una città sul mare e un Un castello in riva al lago, di un anonimo pittore senese del primo Quattrocento già attribuiti ad Ambrogio Lorenzetti, che probabilmente facevano parte di un complesso più grande e che si caratterizzano per la purezza disegnativa.
    Nella sala 13 continuano le opere di Giovanni di Paolo, tra cui la Presentazione al Tempio col suo spettacolare scenario architettonico, ed il Giudizio Universale, perfetta armonia fra tradizione medievale e influenze rinascimentali, che rivela la grande inventiva del pittore.
    Nella sala sono poi collocati i frammenti di una perduta Pala d'altare dipinta dal Sassetta tra il 1423 e il 1424 per l'Arte della Lana, opera fondamentale del rinascimento senese: ci sono insieme la rielaborazione delle influenze fiorentine e l'assimilazione della tradizione senese, sopratutto di Simone Martini e dei Lorenzetti. In particolare le scene con Sant'Antonio battuto dai diavoli e l'Ultima Cena esprimono la grandezza del Sassetta nella linearità delle figure, nel pathos dell'azione e nella precisione del paesaggio.
    La sala 14 mostra i capolavori di Neroccio di Bartolomeo, tra cui la Madonna col Bambino e i Santi Girolamo e Bernardino, una delle più belle immagini del Quattrocento senese. Da segnalare anche, tra le opere di Francesco di Giorgio Martini, la celebre Annunciazione, con il suo pavimento intarsiato e con la postura unica per equilibrio e prospettiva della Madonna, e la botticelliana Natività di Gesù con i Santi Bernardo e Tommaso, dove si può ammirare la raffinatezza e la sensualità dei volti della Sacra Famiglia.

La seconda metà del Quattrocento (sale da 15 a 19)

    La sala 15 intruduce alla Pittura senese della seconda metà del Quattrocento con opere di Bernardino Fungai e Pietro di Domenico, oltre al suggestivo Trionfo di David di Benvenuto di Giovanni.
    Nella sala 16 è del Sassetta la Madonna col Bambino ed alcuni lavori del Maestro dell'Osservanza e di Sano di Pietro, tra cui il Polittico dei Gesuati (Madonna in trono col bambino), firmato e datato 1444, la prima opera conosciuta dell'artista. Qui si trovano anche alcune rappresentazioni di San Bernardino da Siena.
    L'ampia sala 17 è dedicata interamente alle opere di Sano di Pietro: i grandi polittici sono quasi tutti di soggetto mariano e testimoniano la vasta attività del pittore. Le scene si aprono molto spesso nei luminosi paesaggi della campagna senese od in interni sapientemente studiati. Nela sala troviamo anche sculture lignee, alcune delle quali di Jacopo della Quercia.
    Saltata l'inesistente sala 18, un tempo rappresentata dalla loggia, si arriva alla sala 19: al centro risalta la Madonna in trono e l'Arliquiera, dipinta dal Vecchietta intorno al 1445. Attorno, sulle pareti, possiamo ammirare una ricca galleria di opere raffiguranti santi senesi: opere di Benvenuto di Giovanni, Girolamo di Benvenuto e Francesco di Giorgio Martini.

Tra Quattrocento e Cinquecento (sale da 20 a 26)

    Scesi al primo piano e attraversate le sale 20 e 22, con opere di artisti minori dell'Italia centrale e settentrionale tra cui un Vasari e le allegorie dello Scheggia, si arriva alla sala 23 ancora dedicata alla pittura senese della seconda metà del Quattrocento.
    Spiccano le Tavole di Pietro di Francesco Orioli e di Giacomo Pacchiarotti, ed i due affreschi di Girolamo Genga: il Riscatto dei prigionieri ed Enea fugge da Troia.
    Ancora, il tondo del Pinturicchio con la celebre Sacra Famiglia con San Giovannino, in cui le figure sono inserite in un paesaggio minuziosamente descritto, oltre a Bernardino Fungai con la sua Madonna in trono col Bambino e Santi, firmata e datata 1512, in cui sono evidenti gli influssi della pittura umbra.
    Nella sala troviamo anche le allegorie di Fede, Giustizia, Fortezza e Carità, così care ai senesi, tema ricorrente nella Pinacoteca ed anche nelle sculture della Fonte Gaia, la principale fonte medievale senese che ancora oggi zampilla in Piazza del Campo.
    L'itinerario di visita percorre di nuovo il vano scale (sala 24), dominato da un'opera di Rutilio Manetti: l'incontro tra Dante e Virgilio. Quindi si passa alla "Loggia delle Sculture" (sala 26), una terrazza coperta che offre un bel panorama sulla città di Siena e che ospita una serie di bassorilievi e sculture lapidee del Trecento e Quattrocento.

Sodoma, Beccafumi e seguaci (sale da 27 a 32)

    La sala 27 segna l'ingresso cronologico nel Rinascimento con le opere del Beccafumi (Domenico di Pace), uno dei creatori del Manierismo pittorico toscano.
    In particolare, sono del periodo giovanile il trittico della Trinità, dipinto tra il 1512 e il 1513, la tela con le Stimmate di Santa Caterina da Siena, capolavoro eseguito verso il 1514-15, e una intensa Madonna col Bambino, che si distingue per la trasparenza del colore ed il tocco sapiente della luce.
    Del Brescianino (Andrea Piccinelli), che si impose per l'eleganza e la grazia del disegno, la morbidezza del chiaroscuro e la delicatezza dei colori, le tre tavole con la Fede, la Speranza e la Carità, ed una tavola con Santa Caterina da Siena.
    Nella sala 29, le opere di Marco Pino, Giorgio di Giovanni e sopratutto di Domenico Beccafumi nel suo periodo più maturo, come la Natività della Vergine e l'Incoronazione della Vergine, splendida per la riflessione sul rapporto luci-ombre. Di Marco Bigio la Venere con figure allegoriche.
    La sala 30 ospita i suggestivi disegni usati da Beccafumi usati per realizzare i mosaici del pavimento del Duomo di Siena e, al centro, il Cataletto della Misericordia.
    La sala 31 introduce un altro grande artista che, nato a Vercelli, fu adottato dalla città di Siena: Giovanni Antonio Bazzi, detto il Sodoma. Sinuosa e quasi scandalosa la figura plastica del Cristo alla Colonna, una delle sue opere più celebri.
    La sala 32 offre un altro capolavoro del Sodoma, la Deposizione dalla Croce, con le donne rigorosamente coperte e gli uomini con le musculature esaltate.

Pittura senese del Seicento (sale da 33 a 37)

    Queste sale raccontano il Seicento e il Barocco. Nella sala 33 troviamo le opere di Bernardino Mei (le Allegorie della Pace, della Purezza e della Vittoria, oltre ad un'intensa e quasi scandalosa Ghismonda), Raffaello Vanni (Decapitazione di San Paolo) e Rutilio e Domenico Manetti (S. Anna e S. Gioacchino insegnano a scrivere a Maria).
    La sala 34 è dedicata a Rutilio Manetti, forse il maggiore artista senese del Seicento, tra cui San Bernardino che predica, San Bernardino che disegna il trigramma e Santa Caterina che scrive.
    La sala 35 offre opere di Francesco Bartalini, Sebastiano Folli e Rutilio Manetti, eseguite fra il 1611 e il 1613, tra cui Susanna e i vecchioni, che raffigura l'unico passo biblico in cui la vecchiaia è associata al vizio.
    Nella sala 36 troviamo ancora artisti senesi del Seicento con opere di Francesco Rustici, Ventura Salimbeni (lo stesso che ha affrescato la chiesetta di Bagno Vignoni) e di Francesco Vanni (tra cui il tributo della moneta, proveniente dal palazzo della dogana di Siena).
    Nell'ultima sala possiamo ammirare un bel Cristo porta croce e San Michele scaccia gli angeli ribelli (1528), opera grandiosa con un sapiente gioco di luci e ombre a coprire e scoprire i corpi, che fu rifiutata dai carmelitani perché giudicata troppo impudica nei corpi nudi. Altro capolavoro del pittore, la Discesa di Cristo al Limbo, eseguita dal 1530 e il 1535, con chiari influssi michelangioleschi, ha un raro equilibrio interno, capace di rendere infinita l'attesa degli abitanti del Limbo (Adamo ed Eva sulla destra).

I fiamminghi

    Il terzo piano ospita la collezione Spannocchi - Piccolomini, dove sono esposti dipinti del Quattro - Cinquecento di artisti fiamminghi, olandesi, tedeschi e del nord Italia.
    Fra queste una bella Torre di Babele di Brueghel, un profondo San Girolamo di Albrecht Dürer, una Natività di Lorenzo Lotto col suo particolare gioco di luci, l' Annunciazione di Paris Bordon, espressione della più pura arte veneziana per gli straordinari i movimenti delle figure, una Susanna, i Vecchioni di Giuseppe Cesari detto Il Cavalier d'Arpino, ed una serie di tele di ignoti fiamminghi.

La prestigiosa sede

    La Pinacoteca di Siena è allestita in due antiche residenze aristocratiche a due passi da piazza il Campo: i palazzi Brigidi e Buonsignori.
    Il Palazzo Brigidi è più antico (XIV secolo), ed è ritenuto l'antica residenza della famiglia Pannocchieschi e quindi anche di Nello, sposo della celebre Pia nominata da Dante Alighieri e cantata da Gianna Nannini.
    Il Palazzo Buonsignori, costruito nel XV secolo, ha la facciata ispirata al medievale Palazzo Pubblico di Siena, ed ha assunto la forma attuale con i restauri puristi della seconda metà del XIX secolo.
    L'ingresso, semplice ed elegante, introduce al cortile rinascimentale, con delle scale che conducono ai piani superiori dove troviamo le sale espositive ed una graziosa cappellina seicentesca.

Informazioni turistiche

LUOGO
     Pinacoteca Nazionale Siena
     Via di San Pietro, 29
     (da Piazza del Duomo verso Porta Tufi)

ORARIO
     Martedì, Mercoledì e Giovedì 14:00 - 19:00
     Lun, Ven, Sab, Dom (1a, 3a e 5a del mese) e festivi 8:30 - 13:30
     biglietteria aperta fino a 30 minuti prima della chiusura
     Chiusura: 2a e 4a domenica del mese, 1° gennaio e 25 dicembre.
     Avviso: Prima della visita si consiglia di informarsi sulla eventuale chiusura temporanea di alcune sale o di uno dei piani.

COSTO INGRESSO
     - 8,00 €: intero.
     - 2,00 €: ridotto (18-25 anni).
     - gratis: under 18, over 65, disabile e un accompagnatore, giornalista, studente iscritto all'accademia di belle arti o corso di laurea attinente.
     - 20,00 €: cumulativo con musei comunali (Museo Civico e Museo Santa Maria della Scala, acquistabile solo presso le biglietterie di questi musei).

FOTO
     É permessa la realizzazione di foto senza flash e senza cavalletto, previo pagamento di 1 euro e la firma dell'impegno ad utilizzarle solo in ambito privato.

RECAPITI
     Pinacoteca Nazionale Siena
     tel/fax 0577-286143
     www.pinacotecanazionale.siena.it

Aggiornato maggio 2021. Gli orari ed i prezzi possono aver subito variazioni.