L' ENOTECA ITALIANA A SIENA

L'Enoteca è morta, viva l'Enoteca

    Così titolavano i giornali nel 2017 quando, dopo 84 anni di vita, l'Enoteca Italiana è stata sciolta e messa in liquidazione dal Consiglio della Provincia di Siena e dal Consiglio del Comune di Siena, prendendo atto della mancanza dei risultati sperati del piano di rientro.
    L'Enoteca Italiana era l'unica istituzione pubblica con la finalità di promuovere nel mondo i vini d'Italia, con le sue tradizioni enogastronomiche e culturali.
    Ma nel 2024 dovrebbe rinascere a nuova grazie a cordata di imprenditori ed alla partecipazione di autorevoli enti come l'Accademia Italiana della Vite e del Vino e l'International Wine & Food Society.

L'Enoteca Italiana

    La sede dell'Enoteca Italiana di Siena è un luogo spettacolare: un bastione della Fortezza Medicea, con "grotte" di cotto molto suggestive.

    Imperdibile era la mostra permanente "Parladivino" (ingresso gratuito), unica al mondo, che permetteva di conoscere tutti i vini prodotti in Italia grazie ad un palmare interattivo.

    All' Enoteca Italiana c'era anche un Wine Bar ed un Wine Shop, con salette e terrazze per la degustazione di vini toscani e senesi, insuperabili per accompagnare le specialità della gastronomia senese.
    All' Enoteca senese si svolgevano inoltre importanti manifestazioni come la Settimana dei Vini e BiodiVino, il giornaliero aperitivo Happy Wine, il premio-concorso Perbacco, oltre a convegni, degustazioni a tema, serate danzanti.

L' esposizione parlante dei vini

    L'esposizione permanente "parladivino" era un vero e proprio giro nel Vigneto Italia, con 1000 bottiglie di vino suddivise per area viticola e con una serie di totem informativi.
    I vini esposti all'Enoteca di Siena erano tutti a Denominazione di Origine (DOC e DOCG) ed a Indicazione Geografica Tipica (IGT), delle aziende vinicole che avevano fatto richiesta.

    All'ingresso veniva consegnato gratuitamente un palmare che, indirizzato sul codice a barre presente sulla bottiglia in esposizione, attiva una presentazione del prodotto: territorio di origine, vitigni utilizzati, processo di produzione, abbinamenti con i piatti tipici del territorio e prezzo di vendita. Alla fine era possibile stampare una scheda con il percorso effettuato.

    In esposizione molti vini italiani e vini toscani, sopratutto vini senesi. Siena è infatti la provincia italiana con il maggior numero di denominazioni DOCG (Denominazioni d'Origine Controllata e Garantita): Chianti Classico, Chianti Colli Senesi, Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano e Vernaccia di San Gimignano. Da non dimenticare le dodici DOC (Denominazioni d'Origine Controllata) della Provincia di Siena, tra le quali Bianco Val d'Orcia, Rosso di San Gimignano, Rosso di Montepulciano, Rosso di Montalcino, Rosso Sant'Antimo anche nelle versioni bianco e rosato.

Wine bar e wine shop

    L'Enoteca Italiana aveva un winebar per le degustazioni dei vini ed un whineshop per il loro acquisto, ed il ristorante Millevini.
    Esperti sommelier, dopo aver ascoltato le esigenze degli ospiti ed in base al percorso fatto nell'esposizione, aiutavano a scegliere il vino giusto.
    Era anche possibile visitare l'esposizione assieme ad una degustazione guidata e partecipare a esperienze di degustazione per 2 persone o per gruppi.

Nel Bastione cinquecentesco

    La sede naturale dell'Enoteca Italiana era e sarà la Fortezza Medicea, fatta costruire nel 1560 da Cosimo I de' Medici per soffocare qualsiasi tentativo da parte dei senesi di riconquistare l'indipendenza.

    E' un'opera imponente, con con un perimetro di 1500 metri e quattro bastioni agli angoli. Fu smilitarizzata alla fine del Settecento e adibita a giardino pubblico nel 1937.

    Da non perdere il percorso sulle mura, da dove si aprono ampi panorami su Siena tra aiuole fiorite ed alberi secolari, mentre il grande cortile interno ospita feste e spettacoli, per i quali si rimanda alla pagina eventi a Siena.

Le origini del vino (senese)

    La storia del vino viene da lontano: fin dal Paleolitico, gli abitanti della Mesopotamia fermentavano l'uva per ottenere una bevanda alcolica, un po' come oggi nel vino fai da te.
    In Italia si diffuse grazie ai Greci dal VIII secolo a.C.: a questa epoca risale la più antica traccia di produzione in Italia, ii resti di un tralcio di vite e di un primordiale pigiatoio trovati nell'Isola di Ischia.

    Meno noto è che anche nel Chianti sono state trovate importanti tracce di coltivazione della vite e di produzione del vino, effettuate degli Etruschi.
    Infatti, nel Comune di Radda in Chianti, e precisamente nell'insediamento etrusco di Poggio La Croce, risalente al III secolo a.C., è stata trovata una notevole quantità di semi combusti provenienti da un rito di fondazione, che ha reso possibile definire le abitudini alimentari della comunità: c'erano anche semi di Vitis vinifera, cosa che attesta l'antico utilizzo di questa pianta in un territorio in cui il vino costituisce oggi il prodotto tipico per eccellenza.

    Non è un caso che proprio a Siena è nato il progetto "Senarum Vinea", con l'obbiettivo di individuare e recuperare antichi vitigni presenti da secoli negli orti della città, ritenuta una delle migliori iniziative europee finalizzate alla tutela della biodiversità, curata dall'Associazione Nazionale Città del Vino e dall'Università di Siena.