LE ARTI A SIENA NEL PRIMO RINASCIMENTO
   DA JACOPO DELLA QUERCIA A DONATELLO
   In mostra a Siena 26 marzo - 10 luglio 2010

A Siena la mostra sul Rinascimento

    Le arti a Siena nel primo Rinascimento: in esposizione 300 opere d'arte, prestiti provenienti da 135 musei di tutto il mondo, 25 restauri effettuati, una ventina di polittici ricostruiti, 6 anni di preparazione.
    E' questa la fantastica iniziativa sul rinascimento senese, che consiste nell'esposizione di opere d'arte realizzate a Siena tra il 1400 ed il 1460, ed anche in una serie di percorsi alla scoperta dei tesori della città, dal complesso museale del Santa Maria della Scala, Opera del Duomo, alla Pinacoteca Nazionale.
    Si tratta di sculture e pitture, oreficerie ed argenterie, tessuti ed arredi, miniature e manoscritti, molti delle quali ritornano a Siena per la prima volta. Un'occasione unica per vedere ricostruiti i polittici che nel corso dei secoli sono stati smembrati e le cui parti sono dispersi tra vari musei europei, come il Polittico dell'Arte della Lana (1423-26) o il Polittico dell'Altare Pecci (1426). Proprio per questo coinvolgimento europeo, l'evento è stato presentato a Parigi ed a Londra, presso i due più prestigiosi Istituti Culturali Italiani all'estero.
    In questo periodo, infatti, il Gotico stava esaurendo lentamente la sua spinta e lasciava spazio ai temi che annunciavano il Rinascimento: fu un periodo di transizione, e proprio per questo ricco di spunti.

Il percorso espositivo

    Il percorso espositivo è articolato in otto sezioni, che offrono un panorama completo del primo Rinascimento senese.
    La prima sezione introduce il tema della continuità artistica tra il Quattrocento e la grande pittura del Trecento di Simone Martini (tra le opere in mostra la celebre Annunciazione del 1333) e dei fratelli Lorenzetti, mostrando come alcuni dipinti di questi maestri abbiano rappresentato una fonte di ispirazione per i pittori senesi del XV secolo.

    La mostra sul Rinascimento a Siena prosegue con un percorso cronologico. Si inizia con Jacopo della Quercia (Siena, 1371 ca. - 1438), protagonista assoluto di questo passaggio, il maestro del gotico internazionale, il più grande artista della città: la sua arte, al tempo stesso elegante e possente, affascinerà anche Michelangelo. La carriera di Jacopo è ripercorsa fin dagli inizi: dalla monumentale 'Madonna della melagrana' destinata alla Cattedrale di Ferrara (1403-1408), per passare ad alcuni dei marmi scolpiti per la Fonte Gaia a Siena (1414-1419), fino alle sculture in legno policromo, come l'Annunciazione della Collegiata di San Gimignano (1421-1426) e la Madonna col Bambino del Louvre.
    Un'attenzione particolare è dedicato al cantiere del Fonte battesimale, che vide Jacopo della Quercia misurarsi con due maestri 'forestieri' che lavorarono in città nei primi decenni del '400 e giocarono un ruolo fondamentale nell'evoluzione dell'arte senese verso il Rinascimento: i fiorentini Donatello e Ghiberti. Alla Fonte apparteneva il bellissimo Spiritello tamburino realizzato da Donatello nel 1429 ed oggi conservato al Bode Museum di Berlino, che torna a Siena per la prima volta.
    Accanto troviamo le opere dei più importanti pittori e scultori senesi di quel periodo, come Taddeo di Bartolo, Gregorio di Cecco, Francesco di Valdambrino, Domenico di Niccolò, che ancora risentivano dei modelli precedenti messi a punto dai fratelli Lorenzetti e da Simone Martini.

    La terza sezione ha come protagonista Giovanni di Paolo (del quale si è ricostruito, per quanto possibile, il giovanile polittico destinato nel 1426 all'altare Malavolti della chiesa di San Domenico) e sopratutto Stefano di Giovanni, detto il Sassetta, raffinato maestro che seppe dare vita a un nuovo capitolo della pittura senese del Quattrocento (di questo artista si sono raccolti per la prima volta tutti i frammenti della pala dipinta nel 1423-1424 per l'Arte della Lana).
    Assieme al Sassetta troviamo le opere dei suoi migliori discepoli, come Pietro di Giovanni d'Ambrogio, il Maestro dell'Osservanza (forse da identificare con il giovane Sano di Pietro) e lo stesso Sano di Pietro, del quale è in mostra il polittico detto "dei Gesuati" (1444), restaurato per l'occasione.
    In questa porzione della mostra trova spazio anche Domenico di Bartolo, un senese atipico che "seppe essere più fiorentino degli stessi fiorentini", il primo in città a produrre opere schiettamente rinascimentali: la sua Madonna dell'umiltà (1433) mette ben in evidenza i rapporti con la Firenze di Filippo Lippi e Luca della Robbia; di questo artista è anche esposta l' 'Assunta', della Fondazione Conservatori Riuniti, restaurata per l'occasione.

   Con la quarta sezione termina il percorso cronologico, arrivando fino agli anni dell'ultimo soggiorno senese di Donatello (1457-1461), con il suo ruolo ispiratore dei nuovi esponenti dell'arte senese come Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, Matteo di Giovanni e Antonio Federighi. Sono messi a confronto, a testimonianza di questa straordinaria convergenza di artisti, tre opere: il bronzeo 'San Giovanni Battista' lasciato da Donatello alla Cattedrale, i 'Santi Pietro e Vittore' scolpiti dal Vecchietta e dal Federighi per la Loggia della Mercanzia e infine la luminosa pala di Spedaletto, dipinta dal Vecchietta per una grancia vicino a Pienza.

    Nella quinta sezione sono esposti rari esempi di oggetti della devozione: trittichini, altaroli, dipinti per devozione privata, figure lignee del Bambin Gesù e busti reliquiario.
    A chiusura del percorso troviamo le tre sezioni dedicate ai codici miniati, all'oreficeria ed a preziosi manufatti tessili quattrocenteschi.
    Il percorso verso l'uscita riserva altre piacevoli sorprese, in quanto si attraversano le suggestive sale dell'antico ospedale, assiduamente frequentato da Santa Caterina da Siena, ed oggi diventato uno dei più grandi complessi museali italiani. Prima si transita attraverso la sagrestia vecchia dell'antico ospedale, affrescato dal Vecchietta tra il 1446 e il 1449. Quindi si raggiunge la sala del Pellegrino, istoriato tra il 1440 e il 1444 dal Vecchietta, Domenico di Bartolo e Priamo della Quercia: da non perdere gli Episodi della storia e della vita dell'ospedale, che rappresentano il maggiore ciclo di affreschi della Siena quattrocentesca.

>La visita alla città del Quattrocento

    La mostra non si limita al percorso museale: una serie di articolate appendici prolungano la mostra nell'area del Duomo, a pochi passi dal museo.
    Infatti il biglietto della mostra, che ha 48 ore di validità, dà modo di accedere alla Cattedrale, alla Cripta, al Battistero e al Museo Diocesano dell'Opera del Duomo, permettendo così una conoscenza approfondita della città, la comprensione del profondo legame fra le opere d'arte e la cultura che le ha prodotte, e la valorizzazione delle opere d'arte 'minori' custodite in questi luoghi.
    Dietro presentazione del biglietto della mostra è inoltre possibile accedere alla Pinacoteca Nazionale di Siena ad ingresso ridotto.
    La mostra rappresenta quindi un'opportunità di studio e di riflessione per chiunque sia incuriosito da un momento storico in cui Siena era una delle dodici più grandi e più ricche città europee.
    Inoltre la mostra, fino a maggio, si svolge in concomitanza delle iniziative della Città del Sì, che prevedono la disponibilità gratuita di palmari con la funzione di guida multimediale, distribuiti presso il Complesso Museale di Santa Maria della Scala.

    Vediamo nel dettaglio. L'ingresso nel Duomo permette di conoscere il meraviglioso tempio a cui furono destinate diverse testimonianze artistiche ammirate nel percorso espositivo. a pochi passi dal Complesso monumentale si entra nel Duomo, luogo al quale erano destinati la maggior parte dei capolavori esposti
    Nella cripta, decorata con fantastiche pitture murali duecentesche, è allestita per l'occasione uno spazio per scoprire il mondo dell'oreficeria senese del Quattrocento: attorno alla Lupa di Giovanni di Turino, infatti, troviamo calici, croci e reliquiari d'oro e d'argento.
    Infine si raggiunge il Battistero dove, sotto della volta affrescata dal Vecchietta con un ciclo di Articoli del Credo (1450-1453), troviamo il grandioso Fonte battesimale, monumento per eccellenza della scultura toscana del primo Quattrocento.
    Nel vicino Museo dell'Opera della Metropolitana, che conserva stupende opere d'arte come la Maestà di Duccio da Buoninsegna, è invece allestita una sezione dedicata alla sopravvivenza del Gotico nella Siena dei primi decenni del Quattrocento (protagonisti Gregorio di Cecco, Domenico di Niccolò 'dei Cori' e altri). Dal Museo dell'Opera, inoltre, si accede al Facciatone, dal quale si gode un panorama mozzafiato sulla città.

A Siena una mostra di importanza europea

    La mostra sul Rinascimento senese ha una valenza europea, tanto che è stata presentata a Parigi, Londra e Roma. Ha richiesto sei anni di preparazione, un finanziamento di tre milioni di euro e la ricerca di opere disseminate in 100 musei nazionali e 35 internazionali (uno è perfino in Australia).
    Il 19 gennaio è stata illustrata a Parigi presso l'Institut Culturel Italien, davanti ad un pubblico di 250 persone fra critici d'arte, giornalisti e tour operator.
    Il 10 febbraio è stata presentata a Londra, presso l'Italian Cultural Institute, dove si è anche tenuta una degustazione dei prodotti tipici del territorio senese.
    Il 17 febbraio è stata promossa a Roma, al Palazzo dell'Informazione, sede di Adnkronos, la nota agenzia giornalistica: qui, durante la conferenza stampa, il Direttore dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze e il Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico di Siena e Grosseto, hanno illustrato in anteprima assoluta i restauri eseguiti per l'occasione.
    La mostra è stata curata da Max Seidel, storico dell'arte del Medioevo, del Rinascimento e del XIX secolo, ordinario dell'arte alle università di Zurigo, Göttingen e Heidelberg, e, fino al 2005, direttore del Kunsthistoriches Institut di Firenze.
    Oltre a Max Seidel, la mostra ha impegnato alcuni dei maggiori studiosi dell'arte senese del Quattrocento, tra i quali Francesco Caglioti (Università di Napoli), Laura Cavazzini (Università di Messina), Marco Ciatti (Opificio delle Pietre Dure di Firenze), Andrea De Marchi (Università di Firenze), Maria Monica Donato (Scuola Normale Superiore di Pisa), Elisabetta Cioni, Gabriele Fattorini e Aldo Galli (Università di Siena).

Info turistiche

LUOGHI
   Complesso Museale di Santa Maria della Scala
   Complesso dell'Opera del Duomo
   Pinacoteca Nazionale

ORARI
Complesso Museale Santa Maria della Scala:
     tutti i giorni, compreso festivi
     ingresso ore 10.30 - 17.30
     (visita fino alle 18.30).

Duomo:
     dal lunedì al sabato: 10.30-20.00
     domenica e festivi: 13.30-18.30
     visite sospese durante le cerimonie religiose.

Museo dell'Opera, Cripta e Battistero:
     9.30-20
Pinacoteca Nazionale di Siena:
     lunedì 8.30-13.30
     da martedì a sabato 8.15-19.15,
     domenica e festivi 8.30-13.15.

COSTO INGRESSO
   12 €: intero
     8 €: ridotto
            (over 65, gruppi, convenzioni, possessori di abbonamento o biglietto Trenitalia)
     5 €: studenti
     0 €: under 6, disabili, accompagnatori e funzionari Ministero Pubblica Istruzione

PARCHEGGIO GRATUITO
   Parcheggi Santa Caterina e Stazione Ferroviaria:
   3 ore gratuite di parcheggio nel giorno di visita della mostra,
   dietro ritiro di apposito coupon alla biglietteria.

RECAPITI MUSEO
   tel. 0577 / 224811 - 224835
   fax. 0577 / 224829
   infoscala@sms.comune.siena.it
   www.santamariadellascala.com
   www.rinascimentosiena.it

PROMOTORI
   Comune di Siena
   Università degli Studi di Siena
   Soprintendenza province Siena e Grosseto
   Fondazione Monte dei Paschi di Siena
   Opera della Metropolitana di Siena
   Fondazione Musei Senesi
   Archivio di Stato
   Biblioteca Comunale degli Intronati
   Complesso Museale Santa Maria della Scala
   APT Siena
   APT Chianciano Terme - Val di Chiana
   Scuola Normale Superiore di Pisa
   Kunsthistorisches Institut in Florenz
   Istituto Marx-Planck di Firenze
   Opificio delle Pietre Dure di Firenze
   Ministero per i Beni e le Attività Culturali

MOSTRA A CURA DI
   Max Seidel