I MARMI DI SIENA


L'Oro di Siena

    Uno dei i "Marmi colorati" più famosi e più belli d'Italia, apprezzato fin dall'antichità. ज il "Giallo Siena". Proviene dalla Montagnola Senese, o calcareo a pochi chilometri dalla città.
    Il giallo richiama l'immagine dell'oro e del sole, è simbolo del lusso e della forza, ed emblema dei trionfi militari, delle incoronazioni, dei matrimoni regali, tanto da essere chiamato "oro litico" anche per la sua rarità.
    La bellezza del Marmo Giallo di Siena, oltre all'elevata intensità del giallo, è dovuto alle venature, dal bianco avorio al grigio-blu fino al rossastro, che offrono un universo policromatico stupefacente, capace di suscitare ammirazione e stimolare la creatività artistica.
    Il Marmo di Siena è tuttavia difficile da estrarre e da lavorare, a causa della sua genesi: se da un lato ha consentito stupende colorazioni dai toni caldi per l'infiltrazione di ossidi di ferro, dall'altro ha determinato una notevole fratturazione che rende difficoltosa l'estrazione di blocchi da taglio di dimensioni commerciali.
    Nella Montagnola Senese sono distinte 10 varietà di "Marmi colorati": non solo gialli ma anche rosati, grigi e bianchi, tutti localizzati nella parte sud-occidentale del rilievo collinare (le immagini dei marmi colorati sono tratte dal sito del Dipartimento di Scienze della Terra dell' Università di Siena www.dst.unisi.it / ricerca / applicata / granital / lorenz02.htm):

Giallo Broccatello (o Giallo Antico)

    Detto anche Marmo Giallo Antico, o semplicemente Antico, il Broccatello è la varietà di marmo più pregiato della Montagnola Senese. Si tratta di una breccia avente un fondo di colore giallo dorato con macchie e venature scure o violacee, talora molto sottili, da cui risultano spesso figure fantastiche di singolare effetto decorativo e cromatico. É una roccia a grana fine, compatta, con della porosità vicino alle venature.

Nuvolato Etrusco (o Breddolato o Blu-Dorato)

    É un marmo molto simile al Giallo Broccatello (per questo, alcuni considerano le due varietà come un'unica tipologia merceologica), ma i granuli (clasti) che la compongono formano venature da millimetriche a centimetriche di colore giallo dorato e locali concentrazioni di ossidi limonitici, immersi in un letto di materiali fillosilicatici (clorite, muscovite e sericite), di colore blu molto intenso: per questo i cavatori lo chiamavano Marmo blu dorato.

Giallo Siena Classico

    Noto anche come marmo Giallo Ocra, Giallo Siena Acceso o Giallo Unito mostra, nel complesso, una colorazione uniforme, talvolta con sfumature verso toni più chiari. In sezione sottile presenta una struttura granoblastica con due popolazioni di granuli di calcite, diversamente sviluppate e distribuite: nella massa principale, costituita da bande di piccoli cristalli delle stesse dimensioni (isometrici), si inseriscono piccole bande parallele di cristalli di maggiori dimensioni.

Giallo Venato

    Il Marmo Giallo Venato un colore di fondo giallo, con venature ocra e zone sfumanti nell'avorio e nel bianco. Possiede un bellissimo effetto cromatico ed è perfettamente lucidabile. Si tratta di una roccia a struttura saccaroide minuta, con bande a granulometria diversa, spesso sfumanti l'una nell'altra. Queste bande sono rappresentanti o residui parzialmente cancellati di un'originaria stratificazione o porzioni brecciate poi risaldate dal metamorfismo. Sono presenti anche vene dove il quarzo e l'albite di origine neogenica sono assai sviluppati.

Rosato tipo Covent

    Ha un fondo avorio tendente al rosato e presenta arabeschi e venature gialle, grigie e rossastre. Talvolta mostra un aspetto assai vario e brecciato, altre volte è più uniforme e la massa di fondo, prevalentemente rosa, è attraversata da venature gialle e giallo-ocra. Questa varietà è poco presente e non è più estratta, salvo piccolissime quantità che servono all'Opera del Duomo di Siena per i restauri.

Giallo Avorio

    Ha un fondo avorio con venature e qualche rara sfumatura verso il bianco ed il giallo più acceso. Rispetto al Giallo Venato ha un colore più tenue, più uniforme e leggermente tendente al bianco. La granulometria di questo marmo, in sezione sottile, risulta maggiore rispetto a quella dei marmi gialli in genere.

Calacata

    Il calacata, talvolta chiamato calacatta, si distingue dagli altri marmi senesi in quanto presenta un fondo bianco con lievi venature e chiazze sul giallo - rossiccio. Spesso mostra chiaramente le caratteristiche di una breccia.

Bianco Arabescato

    Il marmo bianco arabescato presenta grani calcarei di colore chiaro ed a controni irregolari, di dimensioni maggiori rispetto a quella dei gialli e dei grigi, e molto simili al Giallo Avorio, con la quale ha in comune una certa omogeneità ed uniformità strutturale. I grani sono sono cementati tra loro da un materiale calcareo di colre grigio, ma in alcuni affioramenti assume colorazioni blu, verdi e viola molto accese.

Grigio Perla

    Questo marmo ha una tonalità cromatica piuttosto uniforme, sul grigio chiaro, che gli conferisce un aspetto assai delicato, simile a quello di alcuni bardigli chiari delle Alpi Apuane. Ha una struttura granoblastica fine e talora sono presenti al suo interno vene di calcite a granulometria leggermente maggiore. Sono presenti anche sottili vene arricciate e brunastre (Marmo Grigio Venato e Marmo Grigio Arabescato) riferibili a stiloliti (fratture a contorno irregolare formate durante la genesi).

Bardiglio

    Ha un fondo più o meno scuro con venature, spesso parallele, di colore grigio o azzurrognolo, e talora bianche per la presenza di calcite spatica.                        

Bianco Siena

    A queste dieci varietà di marmi colorati c'é da aggiungere il Marmo Bianco di Siena, utilizzato sopratutto come materiale da costruzione degli edifici di culto sotto forma di conci squadrati. Spesso presenta qualche venatura scura (Marmo Bianco Venato) o è tendente al grigio (Marmo Grigio-Bianco).

Pietra da Torre

    Citiamo infine l'altra pietra da costruzione della Montagnola Senese: il calcare cavernoso, detta pietra da torre, che occupa la parte centrale ed orientale del rilievo.
    É la principale pietra da costruzione di ques'area (abitazioni, annessi rurali, chiese, muretti) e la troviamo anche a Siena, per esempio nelle case-torri dell'XI-XIII secolo, nelle residenze aristocratiche come il Palazzo Chigi-Saracini, in piccoli edifici di culto come la chiesa dei Cavalieri Templari, oltre che in costruzioni più recenti.

L'antica collezione dei Marmi colorati

    Una collezione di "Esemplari dei Marmi adoperati dall'Opera del Duomo di Siena" con l'indicazione delle relative cave di provenienza è in mostra al Museo di Storia Naturale di Siena, preziosa fonte di informazione per gli interventi di restauro e di manutenzione del monumento.

Il Marmo di Siena nell'arte antica

    Le varietà bianche e grigie, ridotte in conci squadrati, servivano sopratutto come pietra da costruzione di edifici di culto, così li troviamo nelle pievi della Montagnola Senese (XI secolo) e poi nella stessa città di Siena (dal XIV secolo): nella struttura esterna del Duomo, negli edifici monumentali come le Logge del Papa, le Logge della Mercanzia e la Cappella di Piazza (in Piazza del Campo), oltre che nelle opere d'arte come la Fonte Gaia, capolavoro quattrocentesco di Jacopo della Quercia. Successivamente vennero però preferiti i marmi apuani, in quanto più resistenti agli agenti atmosferici.

    Le varietà rosate e gialle servirono invece per realizzare, assieme alle varietà bianche e grigie, motivi ornamentali negli interni, primo fra tutti i 1.300 metri quadri di mosaici policromi del pavimento del Duomo di Siena, ma anche per abbellire le sale dei palazzi nobiliari e le cattedrali di tutta Europa.
    La loro estrazione diventò intensa a partire dal sei-settecento, quando il Giallo di Siena viene ampiamente impiegato dalla manifattura fiorentina dell'Opificio delle Pietre Dure per decorazioni architettoniche e oggetti preziosi.
    In epoca moderna, tra i lavori più importanti, possiamo citare le cento colonne della reggia del Siam, il pavimento della sala Astrea della Reggia di Caserta (1815), i 4.000 mq di lastre per il rivestimento della basilica di S.Giovanni Bosco a Roma (anni '60).
    A Siena possiamo vedere l'uso del marmo giallo nelle ville aristocratiche come Villa Brandi, aperta alle visite, e nella pavimentazione della stazione ferroviaria e delle poste centrali, entrambe degli anni '30.

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Il Marmo di Siena oggi

    Ancora oggi continua l'attività estrattiva di marmi gialli, grigi e bianchi, in gran parte lavorati nella zona, dove gli artigiani valorizzano la naturale bellezza di un prodotto unico nel suo genere, producendo preziosi oggetti di arredo per le abitazioni (tavoli, lavabi, anfore) e per i luoghi di culto (altari, fonti battesimali).
    Grazie ad innovative tecniche di preconsolidamento che migliorano la lavorabilità, il marmo senese si presta oggi ad una gamma pressochè illimitata di lavorazioni che includono anche tecniche di incisione e traforo estremamente complesse.
    Così, il Giallo di Siena è tornato ad essere una delle risorse più pregiate del mondo litologico toscano, suscettibile di una rinnovata valorizzazione e di un ulteriore sfruttamento.
    A questo riguardo, il Comitato per la Salvaguardia della Montagnola Senese da anni sostiene con forza che la maggior parte delle cave attive interferiscono con i vincoli ambientali imposti dalla normativa nazionale e regionale. Infatti, essendo la Montagnola Senese un'area protetta, l'attività estrattiva dovrebbe riguardare solo "materiali non reperibili altrove", mentre gran parte del materiale estratto viene triturato per produrre inerti come scaglie, granulati e polveri, essendo la roccia molto fratturata e quindi con una bassa resa in blocchi da taglio (dall'1,7 % nel 2000 al 9% nel 2005).