SAN GALGANO
A Siena un itinerario galganico tra fede e misteri


Itinerari galganici

    Per orientarsi tra i misteri e le verità dell' enigma Galgano non si può fare altro che immergersi nell'attualità e nella storia di Siena.
    La reliqua della sua testa fu conservata per secoli in città, della quale era pur sempre un protettore, ma era una chiesa piccola, quasi in periferia, alla quale fu poi attribuito il riduttivo nome di Chiesa del Santuccio. É la Chiesa di Santa Maria degli Angeli (Siena, Via Roma 69, presso Porta Romana), che si può visitare gratuitamente nelle giornate di apertura del patrimonio culturale statale, per ammirare alcuni affreschi sulla vita di San Galgano.
    Poco distante si trova il Palazzo di San Galgano, oggi Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Siena (Via di Fiera Vecchia 19), fatto costruire dai monaci cistercensi nel 1474 per trasferirsi ed abbandonare la grandiosa Abbazia di San Galgano.
    Un' altra esperienza è la visita alla Pinacoteca Nazionale di Siena, dove San Galgano viene raffigurato bello e biondo in grandiosi dipinti quattrocenteschi attorno alla Vergine in trono ed accompagnato da santi ben più importanti.
    Altre raffigurazioni di San Galgano si trovano nel curioso Museo delle Biccherne di Siena, le copertine di legno dei registri contabili della città, unico nel suo genere (ingresso libero).
    Per conoscere dove la storia ebbe inizio non può mancare un'escursione verso la suggestiva Abbazia di San Galgano ed il vicino Eremo di Monte Siepi con la spada nella roccia, oltre alla visita al paese medievale di Chiusdino, dove si trova la casa natale di San Galgano (con il sasso che presenta i segni di quando il cavallo si è inginocchiato) e la Chiesa di San Michele Arcangelo (dove è oggi conservata la testa del Santo).
    Possiamo anche percorrere un itinerario antitetico, quello dei Cavalieri Templari, i monaci-guerrieri che a Siena avevano un presidio proprio ai tempi di Galgano.

Il santo dei misteri

    Galgano Guidotti nacque nel 1148 na Chiusdino, piccolo borgo ad una trentina di chilometri da Siena.
    Il giovane cavaliere, figlio dei conti di Chiusdino, condusse una vita dissoluta fino all'età di 31 anni, quando gli apparve l'Arcangelo Michele (l'arcangelo guerriero poi eletto protettore della Cavalleria), che lo condusse a Montesiepi, una collinetta boscosa che si eleva nella pianura alluvionale del fiume Merse, che fa presupporre una antecedente sacralità pagana.
    Poco tempo dopo, il suo cavallo lo condusse di nuovo a Montesiepi, ed allora conficcò la spada nella roccia per farne una croce, indossò il mantello come un saio e visse da eremita morendo un anno dopo, il 3 dicembre 1181, per poi essere santificato a tempo di record.
    Subito inizò la costruzione della Rotonda attorno alla spada nella roccia che, secondo la leggenda, non si poteva estrarre, ed una ventina di anni dopo i cistercensi iniziarono a costruire nel nulla la grandiosa Abbazia di San Galgano.

Re Artù VS San Galgano

    Le due leggende sulla spada nella roccia, quella di Re Artù e quella di San Galgano, si diffondono nella stessa epoca, e contrastanti teorie cercano di dimostrare come l'una è derivata dall'altra, per esempio sottolineando l'assonanza tra Galgano e Galvagin, uno dei cavalieri della Tavola Rotonda.
    Anche se hanno in comune la stessa immagine della spada nella roccia, le differenze sono notevoli.
    La spada di Artù viene miracolosamente estratta dalla roccia da chi è predestinato al trono ed è dotata di grandi poteri.
    La spada di San Galgano viene miracolosamente inserita nella roccia da chi rinuncia ai beni terreni per dedicarsi alla Croce raffigurata proprio dall'impugnatura della spada capovolta, diventato un vero e proprio simbolo religioso, peraltro riproposta negli arredi presenti nell'Eremo e perfino per le vie di Siena.
    La differenza è proprio nella straordinaria religiosità della vicenda di S.Galgano, che nella zona di Siena fu oggetto di culto e devozione. Questo lo possiamo riscontrare sia nell'arte, dato che Galgano viene raffigurato giovane, biondo e bello in diversi dipinti quattrocenteschi conservati alla Pinacoteca Nazionale di Siena, sia tra il popolo, che spesso lo ha utilizzato come nome di battesimo, ancor oggi diffuso tra gli anziani della zona.

Galgano personaggio scomodo

    Un cavaliere che rifiuta di combattere con la sua spada proprio nell'epoca delle Crociate è un uomo che rovescia i valori correnti e quindi pericoloso per il potere.
    Questo spiega forse l'inusuale fretta con la quale è stato santificato, dopo appena cinque anni: sembra quasi che la gerarchia ecclesiastica avesse fretta a riassorbire il culto di un personaggio che sul momento doveva godere di un grande seguito.
    É quello che è successo ad altro uomo scomodo, San Francesco d'Assisi, anch'egli canonizzato a tempo di record. Anche lui rinunciò ai beni terreni, visse da eremita e strinse amicizia con i lupi, fiere assai temute nel Medioevo in quanto concorrenti dell'uomo nella caccia alla selvaggina e per questo simbolo del Male: San Galgano, secondo la leggenda, fu infatti difeso dai lupi quando dei monaci invidiosi tantarono di trafugare la spada nella roccia, come rappresentato in un dipindo quattrocentesco conservato alla Pinacoteca Nazionale di Siena.
    Tra i due c'é però un abisso: l'attività di San Francesco fu lunga e intensa, mentre San Galgano ha semplicemente assecondato un cavallo imbizzarrito ed è morto dopo un anno di eremitaggio.