COLLE VAL D' ELSA,
il cristallo e le cristallerie, il borgo medievale, il parco fluviale


Il borgo medievale

    A 20 minuti dall'agriturismo La Torretta si incontra Colle Val d'Elsa, un piccolo borgo medievale arroccato su una collinetta che domina la valle dell'Elsa e quella straordinaria via di comunicazione che fu la Via Francigena.
    A Colle Val d'Elsa è da visitare la parte alta, con il pittoresco borgo medievale dove si trova un bel Museo Archeologico che raccoglie i reperti etruschi rinvenuti nella zona, ed il Museo San Pietro (Museo d'Arte Sacra), che conserva tra l'altro il "Tesoro di Galognano", un corredo eucaristico ostrogoto composto da una serie oggetti in argento (VI secolo). A Colle bassa, da visitare il parco fluviale ed il Museo del Cristallo, riaperto nel 2024 con un nuovo allestimento.
    Da non perdere i laboratori dove vengono fabbricati e decorati i cristalli secondo l'antica tradizione, che in autunno organizzano la fiera del cristallo dove è possibile vedere da vicino come si produce il vetro.

Il parco fluviale dell'Elsa

    La parte bassa e moderna della cittadina è attraversata da un canyon dove scorrono le acque color turchese del fiume Elsa, che qui forma laghetti e cascatelle, delle quali una alta 15 metri (quanto un palazzo di 5 piani), il tutto accompagnato da piante e animali acquatici, come il granchio di fiume od il martin pescatore.
    La parte più suggestiva è quella attorno all'ingresso sud, in prossimitè del ponte di Gracciano e di un parcheggio gratuito, mentre proseguendo verso nord il fiume si fa più tranquillo, in una pacevole passeggiata di oltre 2 km verso il Ponte di Spugna, vicinissimo alla piazza centrale.
    Possiamo poi proseguire in auto verso sud, e dopo un paio di minuti troviamo l'indicazione per le Caldane, dove ancora oggi vengono frequentati i resti delle terme medievali (Bagni San Marziale) con le copiose sorgenti dell'Elsa: infatti, siamo alla base del grande massiccio calcareo della Montagnola Senese.

A Colle Val d' Elsa il 95% del cristallo italiano

    A Colle Val d'Elsa si produce il 95% del cristallo italiano ed il 15% di quello mondiale, e la storia parte da lontano.
    Si hanno notizie della lavorazione del vetro fin dal 1406 e di nuovo nel 1577, quando il Granduca di Toscana vietò il vetro straniero, evidentemente per proteggere le vetrerie colligiane, le uniche presenti all'epoca nei domini fiorentini.
    La moderna industria del vetro colligiano nasce agli inizi dell'800, quando i francesi della famiglia Mathis fondano a Colle una modesta vetreria. La posizione era favorevole in quanto i terreni della zona fornivano i minerali necessari alla produzione del vetro: sabbie silicee e cave di quarzite (le materie prime), oltre a manganese, magnesio e antimonio dalle cave e miniere della zona, mentre al posto del potassio veniva adoperata la cenere, ricavata dalla combustione del legname dei boschi dei dintorni. L'ossido di calcio si otteneva invece dal marmo (carbonato di calcio) della vicina Montagnola Senese, il quale consentiva di ottenere un prodotto lucente e pregiato.
    A metà '800 l' industria vetraria passò al tedesco Giovan Battista Schmidt, ed in pochi anni i cristalli di Colle Val d'Elsa diventano famosi in tutto il mondo. Con la morte di Schmid l'industria decadde, per ritrovare splendore agli inizi del secolo scorso con la nascita nel 1920 di un'unica grande vetreria sotto la guida del colligiano Modesto Boschi.
    Seguì il declino e la chiusura, ma dal disgregamento di questa grande industria nacquero diverse cristallerie grazie all'intraprendenza e allo spirito di iniziativa di alcuni colligiani che avevano lavorato in quella fabbrica. Nel 1946 viene prodotto il primo "cristallino" (14-15% di piombo), e nel 1963 il "cristallo" vero e proprio (minimo 24% di piombo).

Il Museo del Cristallo, unico in Italia

    Colle Val d'Elsa ospita l'unico museo in Italia dedicato al cristallo, nato sul luogo della gloriosa vetreria Boschi, nella parte bassa e moderna della cittadina e rinnovato nel 2023. Al centro della piazza c'é il rudere della vecchia ciminiera ed una struttura in vetro e acciaio che, come la punta di un iceberg, preannuncia l'ingresso al museo sotterraneo.
    Ci troviamo così in un ambiente curioso, fra travature che evocano le strutture dell'archeologia industriale e veniciature argentate che ancor oggi si usano nelle fabbriche del cristallo, fino a ritrovare le fondamenta della vecchia ciminiera.
    Sono esposti 150 pezzi di straordinaria bellezza che illustrano il percorso dell'industria vetraria colligiana, da rari reperti medioevali fino al design moderno, in un susseguirsi di forme, trasparenze e colori.
    Non mancano gli attrezzi del vetraio, le materie prime con cui si fabbrica il vetro, le foto d'epoca e la riproduzione a grandezza naturale di un forno, il tutto accompagnato da semplici spiegazioni, fino ad arrivare alla suggestiva foresta di cristallo, con i suoi giochi di luce.

ORARIO 2024
    dal 07 gennaio al 28 febbraio: 11:00-16:00 venerdì, sabato e domenica;
    dal 1° marzo al 31 ottobre : 11:00-17:00 tutti i giorni
COSTO BIGLIETTO
    intero 8,00 euro
    ridotto 5,00 euro
    (comprende l'ingresso al Museo di San Pietro)
CONTATTI
    +39 0577 912776
    bookshopmuseodelcristallo@operalaboratori.com

La produzione del cristallo

    La produzione del vetro si svolge in tre fasi: la fusione della materia prima in una fornace, la soffiatura della pasta incandescente per ottenere l'oggetto di cristallo ed infine l'eventuale molatura e incisione di motivi decorativi.
    Per ottenere il cristallo si devono fondere assieme, oltre al piombo:
- il vetrificante: l'ingrediente di base, rappresentato dal biossido di silicio (sabbia silicea oppure quarzite);
- i fondenti: aiutano i vetrificanti a fondere a temperature più basse e quindi più facilmente raggiungibili, come soda (carbonato di sodio) o potassa (carbonato di potassio);
- gli stabilizzanti: evitano che il vetro finito si sciolga o si frantumi (ossidi di bario, calcio, magnesio, piombo, zinco);
- gli affinanti: omogeinizzano la massa, evitando la formazione di bollicine (ossidi di antimonio ed ossidi di arsenico, mentre un tempo si usava ossido di manganese);
- i coloranti: ferro, zolfo, rame, ed anche decoloranti come il biossido di manganese, che serve a compensare il colore verdastro o brunasto dovuto alle impurità.
    Sono decine di migliaia le sostanze disponibili, utilizzate a seconda delle esigenze, e nuove sostanze vengono ideate in continuazione.

La differenza tra vetro e cristallo

    Nel corso dei secoli, il nome cristallo è stato dato a quegli oggetti di vetro che più assomigliavano alla trasparenza del cristallo di rocca, una pietra ornamentale che veniva intagliata per fabbricare bicchieri, lampadari ed altri oggetti.
    Il vetro, inizialmente, era verdastro o brunastro, a causa delle impurità presenti nelle materie prime, e quando fu trovato il modo di renderlo trasparente, ecco che fu chiamato "cristallo" (oggi vetro comune).
    Poi il nome cristallo fu riservato ad un vetro ancora più trasparente e brillante, ottenuto in Boemia grazie ad una variazione della composizione dell'impasto (oggi vetro di Boemia).
    Poi è stato scoperto che l'aggiunta di ossido di piombo aumentava la densità del materiale e di conseguenza la rifrazione della luce e l'effetto di brillantezza, avvicinando il vetro alle proprietà ottiche del diamante. Oggi, per legge, si può chiamare Cristallo o vetro cristallo solo il vetro che contiene almeno il 24% in peso di piombo. Se il piombo supera il 30%, può essere chiamato cristallo superiore.
    Tuttavia, il piombo è un metallo pesante che rende impossibile il riciclo, per cui recentemente è iniziata la produzione dell'Eco-crystal glass, il primo cristallo ecologico, che ha le caratteristiche del cristallo ma è riciclabile al 100%, nuovo fiore all'occhiello della produzione di Colle Val d'Elsa.