LE FONTI MEDIEVALI
     e l'itinerario dell'acqua

L' itinerario dell'acqua tra le fonti medievali di Siena

    Le fonti medievali di Siena sono dei veri e propri capolavori architettonici, arrivati fino a noi nella loro bellezza originaria: si possono ammirare passeggiando per il centro storico o per le aree verdi a ridosso del'ultima cerchia muraria.

    Sono alimentate da una rete di 25 Km di gallerie scavate nella sabbia, che raccolgono le infiltrazioni d'acqua dai terreni della campagna circostante e la trasportano in città: un gioiello di ingegneria idraulica tre-quattrocentesca, ancora oggi funzionante, che ha consentito a Siena di avere una grande disponibilità di acqua nonostante l'assenza di un fiume, e di diventare una delle città medievali più ricche e popolose d'Europa. Alcuni tratti di queste vie d'acqua, detti bottini per la forma "a botte" della volta, sono visitabili su prenotazione.

    Le fontane di Siena più ricche d'acqua sono state coperte e fortificate, fino a renderle dei veri e propri avamposti militari, presidiati da soldati per prevenire sabotaggi. Molte fonti, infatti, furono costruite fuori dalle mura cittadine, e si sono ritrovate in città solo con la costruzione dell'ultima cerchia.
    Altre sono più piccole e semplici, come le fonti di campagna sparse negli immediati dintorni della città, per esempio quelle attorno ai cocuzzoli fortificati del Monastero e di Sant'Abondio.

    Le fontane senesi sono caratterizzate da una estrema funzionalità: in genere avevano tre vasche, ognuna destinata ad un uso specifico. Quella più alta, che riceveva l'acqua nova, era utilizzata per scopi potabili. La seconda, alimentata dal trabocco, serviva per abbeverare gli animali. Nella terza si lavavano i panni.

Fonte Gaia

    É la regina delle fonti senesi, per la collocazione in Piazza del Campo e per il fatto di trovarsi ad una quota più elevata delle altre.
    L'acqua zampillò la prima volta nel 1346, e per la gioia spontanea provata dalla popolazione fu chiamata "Gaia". Ben presto fu decorata da una serie di sculture realizzate da Jacopo della Quercia tra il 1409 e il 1419, considerate una delle maggiori espressioni dell'arte italiana del Quattrocento.
    I resti della Fonte Gaia di Jacopo si trovano nel Complesso Museale del Santa Maria della Scala, mentre quella che si ammira in Piazza del Campo è una copia novecentesca.
    Un tratto del bottino di alimentazione (1200 metri andata e ritorno) è visitabile su prenotazione.

Fonte d'Ovile

    É situata poco fuori Porta Ovile e fu ultimata nel 1262 per sostituire una vicina fonte preesistente, oggi scomparsa. A sua volta, anche questa fonte perse importanza a causa della costruzione della Fonte Nuova d'Ovile, situata dentro le mura cittadine e quindi più comoda.
    É una costruzione solida e possente, arrivata fino a noi grazie all'abilità di chi la costruì. Si presenta con due archi sulla facciata principale ed un arco sulla facciata laterale, che sostengono la volta a crociera e proteggono la vasca dell' "acqua nova", il cui trabocco alimenta un'altra vasca che serviva come abbeveratoio, mentre il lavatoio non esiste più.

Fonte Nuova d'Ovile

    Questa fonte, in stile gotico, fu costruita tra il 1296 e il 1303 all'interno delle mura, cosa che la rendeva molto importante in caso di assedio.
    In seguito furono costruiti abbeveratoio e lavatoio, e nel XIV-XV secolo sorsero nella zona attività artigianali legate al consumo dell'acqua, come un mattatoio per la lavorazione della carne e una conceria per la lavorazione delle pelli. Tuttavia, la costruzione di un bottino per portare le stesse vene d'acqua verso Fonte Gaia, determinà la diminuzione della portata e quindi la decadenza.
    La struttura colpisce per l'eleganza e la robustezza dei suoi archi, in evidente contrasto con la parte superiore, da tempo diroccata.
    Il bottino di alimentazione è lungo 610 metri e tuttora funzionante, è visitabile su appuntamento.

Fonte del Casato

    Questa fonte, detta anche Fonte Serena, è poco significativa dal punto di vista artistico, ma è la più caratteristica di Siena perché è stata costruita in una zona centrale della città, nascosta tra case e palazzi, sotto il piano stradale di Via del Casato di Sotto, e raggiunta da una lunga scalinata.
    Risale al 1352 la petizione degli abitanti del quartiere per chiedere al Comune la realizzazione di una fonte pubblica. L'opera fu terminata nel 1359 ed ancora oggi si presenta nel suo aspetto originario: un'ampia parete in pietra in cui si apre un grande arco, profilato di nero, e sorretto da capitelli gotici a fogliami.

Fontebranda o Fonte Branda

    Fontebranda è la più famosa, la più antica e la più imponente tra le fonti senesi, citata nel XXX canto dell'Inferno e per questo inserita nell' itinerario dantesco.
    Fu costruita nel 1193 ed ancora oggi rispecchia l'architettura originaria, mentre il coronamento ad archetti e la merlatura presente della parte superiore furono ricostruiti agli inizi del XX secolo.
    É anche la fonte che ha visto nascere e crescere Santa Caterina da Siena, e per questo è ricordata come la Santa di Fontebranda. Oggi fa da cornice ad importanti manifestazioni culturali, oltre che alle feste della contrada dell'Oca.

Fonte di Porta Giustizia o Fonte della Val di Montone

    Nell'area verde sottostante Piazza del Mercato, all'interno di un piccolo capanno in muratura, si trova una fonte che non viene citata dai documenti storici ed oggi viene usata per annaffiare l'orto privato circostante. E' piuttosto semplice, composta da due vasche perpendicolari tra loro.
    Nella vallata sottostante, oggi occupata dall'Orto dei Pecci con la ricostruzione di un orto medievale, si trovano altre tre fonti: due sono molto semplici ed ancora utilizzate per annaffiare gli orti, la terza fu una realizzata alla fine del XIII secolo con volte a crociera, della quale sono rimasti solo pochi ruderi, ma nel Medioevo rappresentava una delle principali fonti della città.

Fonte del Mercato

    La Fonte del Mercato è stato il lavatoio della città fino agli anni '50, ed ancora oggi vi scorre l'acqua provieniente da Fonte Gaia. Non è possibile entrare, ma l'interno è visibile attraverso le inferriate.
    Questa fonte ha un'architettura diversa dalle altre, per via dello specifico uso: è priva di decorazioni ed è una stuttura semplice, con pilastri che sorreggono un tetto in tegole.
    Si può ipotizzare che già nel periodo romano era presente una fontana in questa zona: sembra infatti che il cardo e il decumano del primo insediamento romano si incrociavano molto vicino all'attuale piazza del Campo, che si trova poco più a monte. Le prime notizie storiche di una fonte nei pressi del mercato risalgono al XIV secolo, ma non sappiamo dove era posizionato.
    L'attuale struttura risale invece al 1920 quando, per motivi igienici, è stata suddivisa in numerose vasche, ciascuna con la propria bocchetta d'acqua ed proprio scarico.-->

Fonte delle Monache

    Questa fonte è interamente scavata nella roccia e si trova a dodici metri di profondità sotto il giardino delll'ex Monastero delle monache agostiniane di San Paolo, al quale è collegato con una galleria, per cui le religiose potevano accedere alla fonte senza rompere la loro clausura.
    La Fonte delle Monache è imponente: la vasca, alimentata da un proprio bottino, si trova in una grande camera sotterrranea di lunga sette metri, larga cinque e con un'altezza di sette metri e mezzo, illuminata solo da una piccola finestrella posta sulla sommità della volta. Non è quindi visibile dall'esterno, dove c'è solo una fontana di recente realizzazione.
    Le visite guidate sono gratuite, ma vengono effettuate solo in alcuni giorni dell'anno (vedi Siena Eventi).

Fonte al Pino o Fonte dell'Orto Botanico

    Detta anche Fonte di Porta all'Arco o Fonte di Valle Berardi, è una bella fonte accessibile percorrendo i ripidi vialetti dell' Orto Botanico.
    Difficile stabilire l'epoca della costruzione (come del resto accade per tutte le fonti minori), anche se potrebbe servire l'identificazione dello stemma con banda accompagnata da due gigli, che le incrostazioni di calcare hanno reso quasi illeggibile. Certamente è presente in una carta della fine del secolo XVI.

Fonte Caccialupi o Fonte di Porta Tufi o Fonte dei Tufi

    Questa fonte, molto bella e particolare, è stata probabilmente costruita tra il XVII ed il XIX secolo, ma forse esisteva una vecchia fonte già alla fine del XV.
    Ha una piccola vasca rettangolare collocata in una nicchia scavata nella roccia, completamente rivestita di piccole conchiglie fossili che rende questa fonte unica nel panorama delle fonti senesi.
    L'acqua confluisce in una grande vasca ottagonale esterna, ancora oggi è usata per irrigare l'orto sottostante. In passato, un sistema di condotte alimentava una serie di piccole vasche che serviano ad irrigare i gradoni sottostanti: siamo infatti ai margini della vallata dell'Orto dei Pecci, un cuneo verde che si insinua nella città fin sotto Piazza del Campo. La portata si è dimezzata verso l'anno 2000 quando più a monte furono scavate le fondamenta del nuovo complesso universitario di via Mattioli.
    Si trova vicino a Porta Tufi, nel giardino di Palazzo Caccialupi, oggi residenza sanitaria ed in passato gloriosa "Casa di lavoro per sordomute adulte".

Fontanella

    Questa fonte si trova in un angolo nascosto del centro storico, al termine di una scalinata che scende sotto il piano stradale di Via di Fontanella (non accessibile al pubblico).
    Fu detta anche Fonte degli Eremiti o Fonte dell'Abbadia all'Arco o Fonte di Sant'Agostino, perché si trova alla base del colle del Convento di San'Agostino.
    Si tratta di una fonte molto antica, perché i documenti la attestano già esistente nel 1263, e successivamente fu ampliata e ridisegnata a più riprese fino al 1481, quando fu realizzato il nuovo arco di prospetto.
    É di piccole dimensioni e di semplice struttura, costituita da una camera ricavata nella roccia e voltata a botte. Nel muro di contenimento inizia il bottino di alimentazione, caratterizzato da una volta a capanna e non a botte come gli altri bottini senesi, tipologia che consente di ricollegare la sua origine al periodo dell'insediamento pre-medievale, forse anche al periodo etrusco.

Fonte San Maurizio o Fonte del Ponte di Romana

    Detta anche Fonte di Samoreci, si trova lungo il percorso della Via Francigena, in prossimità del Ponte di Romana, fuori dalla vecchia Porta di S. Maurizio.
    Era alimentata da un trabocco di Fonte Gaia e quindi è posteriore ad essa, edificata nel 1343. L'aspetto attuale non però è quello originario, nonostante il recente restauro.
    ll manufatto, probabilmente nato come cisterna privata alla fine del XII secolo, venne trasformato agli inizi del Trecento in fonte pubblica, per arrivare al Cinquecento quando furono realizzati l'abbeveratoio ed il lavatoio, oggi non più esistenti.
    Nel 1844, a causa della continua rovina della vasca dovuta al passaggio di barrocci, venero messe le colonnine per ostacolare il passaggio dei mezzi, ma non quello delle bestie: all'epoca era infatti molto frequentato, essendo uno dei due abbeveratoi della città, assieme a quello di Fontebranda.

Fonte di Follonica

    É situata sotto il convento di San Francesco, in un'area verde all'interno delle mura, accessibile dai giardini della contrada del Leocorno. Fu ben presto abbandonata e quasi completamente sepolta dai sedimenti portati dalle acque nel fondovalle, e recentemente recuperata.
    Sicuramente esistente nel 1226, quando i documenti storici la descrivono ricca d'acqua, fortificata e custodita, il secolo successivo cadde in disuso per la sua posizione decentrata rispetto alle zone abitate della città, la scarsa popolazione presente nella zona, la costruzione di altre fonti più comode ed anche la fama di fonte maledetta, perché situata in una valle cupa e per le disgrazie che l'avevano colpita.
    Il nome della fonte deriva da "follatura", un processo di lavorazione della lana, che la rende compatta e in alcuni casi impermeabile: il tessuto viene bagnato, intriso di materiali detergenti e infeltrenti, e manipolato manualmente (battuto, sfregato e pressato).

Fonte di Pantaneto

    Si trova all'inizio di Via Pantaneto, vicino alle Logge del Papa, ed è alimentata dall'acqua proveniente dal trabocco di Fonte Gaia.
    Fu realizzata nel 1452 dopo molti anni di insistenze degli abitanti ed una petizione presentata dalla Compagnia di Pantaneto, grazie allo spazio messo a disposizione dalla parrocchia di San Martino.
    Nel corso degli anni è stata oggetto di vari restauri: l'aspetto attuale risale al 1997, quando sono state aggiunte le due teste di unicorno e le due vasche laterali, costruite con il pregiato marmo giallo di Siena.

Fonte di San Francesco

    Questa piccola fonte, incassata nel piano sottostrada di Via dei Rossi, si trova in una posizione un piuttosto nascosta rispetto al percorso principale, che dopo poche decine di metri termina nella bella piazza del convento francescano.
    Era collegata al bottino di fonte Gaia e forniva l'acqua a questa zona della città, dove setaioli e lanaioli svolgevano la loro attività. Oggi è la fontanina della contrada del Bruco, usata per il battesimo contradaiolo.
    Dai documenti storici non si rilevano particolari trasformazioni nè informazioni sulle sue origini.

Fonte di Pescaia o Fonti di Pescaia

    La grande Fonte di Pescaia alimentava le vasche della zona che fornivano il pesce alla città, e forse è per questo che è l'unica ad essere talvolta indicata al plurale.
    Si presenta maestosa, sul fondo di una grande conca scavata nel fianco della collina. Era già attiva nel 1226 ed è l'unica che conserva ancora tracce della merlatura originale. Nel '500 e nell'800 è stata sopraelevata con una costruzione più recente, oggi sede del Museo dell'Acqua.
    La visita guidata a questo museo è associabile alla visita di un breve tratto del bottino che alimenta la Fonte. -->

Fonte di San Carlo

    Alla base della collina su cui sorge Siena, nel piccolo borgo di San Carlo, vicino all'uscita Siena Ovest della superstrada (Colonna di San Marco), si può ammirare questa piccola e semplice fonte, ma suggestiva e ricca d'acqua, legata alla presenza di un antico mulino, ricordato dal nome della vicina Chiesa di San Carlo ai Mugnai.
    É costituita da due vasche, poste a quote leggermente diverse, alimentate da un bottino che si inoltra nella vallata verso la Porta San Marco.
    Di questa fonte non si conoscono testimonianze storiche sulle origini e sugli interventi di manutenzione.